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mercoledì 13 luglio 2011

Prima dello scatto: la scelta degli ISO

Quando prendiamo in mano la macchina fotografica, come prima cosa dobbiamo valutare la luce. Infatti, a seconda dell'ora del giorno, ci possiamo trovare davanti a situazioni estremamente differenti (per altro già visto in "bilanciamento del bianco").
Per regolare l'entrata della luce nella fotocamera, possiamo variare i valori di diaframma e tempo, ma esistono (molte) condizioni in cui è necessario parlare di un altro parametro, che affronteremo in questo capitolo.


ISO, praticamente

Il modo in cui andrò a spiegare l'importanza di questo parametro potrà apparirvi grossolana, ma cercherò l'approccio più semplice possibile in relazione ad un pubblico di neofiti.
Anzitutto, ISO è un parametro variabile che identifica la sensibilità del sensore alla luce. Il valore più basso è (comunemente) ISO 100. Nelle impostazioni della nostra macchina fotografica, è anche possibile assegnare il valore "A" (automatico), che si regolerà automaticamente al cambiare degli altri valori (tempo e diaframma).
In condizioni di luce ambiente, di giorno, ISO è un parametro quasi trascurabile, poiché possiamo tranquillamente lasciare "A" o "100", il valore si discosterà di molto poco. Ma quando ci troviamo in altre situazioni (tramonto, sera, luogo chiuso,...) diventa un fattore essenziale. 

Cosa comporta cambiare ISO? Credo sia la domanda da porre ora. Effettivamente, a differenza di tempo e diaframma, in cui a cambiare è l'effetto, modificando la sensibilità cambia la qualità della fotografia. Infatti, se 100 è il valore di base, in cui avremo una foto "pulita", aumentando la sensibilità in modo evidente (1600, 3200, etc...) avremo un progressivo deterioramento della foto con la tipica "grana" ("rumore", in digitale). La fotografia qui sotto vi aiuterà a capire meglio.

Clicca sull'immagine per ingrandire
Vediamo quindi, con estrema chiarezza, che all'aumentare del valore ISO, progressivamente la qualità della foto peggiora. All'atto dello scatto quindi, il fotografo dovrà decidere se è possibile diminuire il tempo (senza causare effetti di mosso), aprire il diaframma, cambiare ISO o utilizzare il flash.

C'è poca luce, uso il flash!

Il fattore flash può essere un valido aiuto quando ci troviamo di fronte a scene scarsamente illuminate, ma anche in questo caso bisogna sempre affrontare caso per caso. Il flash, anzitutto, ha uno svantaggio molto evidente: il lampo illumina esclusivamente una scena a corto raggio. Se mi trovo in casa di amici, durante una festa, nessun problema: posso scattare con il flash! Ma se volessi fotografare una strada di notte e "fermando sul posto" le persone che camminano? Inevitabile, devo aumentare gli ISO.

Esistono anche condizioni polivalenti. Nell'esempio sopra, la festa a casa, non a caso ho sottolineato quel "posso". Infatti nulla mi vieta di scattare a ISO 1600 (ad esempio) ed ottenere una fotografia analoga. In questo caso, naturalmente, la temperatura colore sarà differente (illuminazione casalinga, luce più gialla e calda), ma non vi saranno ombre nette. Ciò che cambia, nettamente, sarà la qualità della fotografia, che risulterà inequivocabilmente più sgranata.
Per fortuna, nonostante il mondo sia ormai tutto automatizzato, il fotografo ha ancora il privilegio di poter fare una scelta a seconda della situazione. Senz'altro esperienza e capacità aiutano, ma nulla vi vieta di fare esperimenti.

ISO e rumore

Il rumore, che come detto sopra è la grana in una fotografia, è il più grande dei problemi quando si parla di ISO alti. Esistono due fattori che determinano la grana, a parità di ISO.

Dimensioni del sensore. Le dimensioni contano, eccome. Una fotocamera compatta ha un sensore molto piccolo, e genera molto rumore. Una reflex a sensore ridotto (APS-C, tutte le entry level e quelle per fotoamatore evoluto) ha una superficie maggiore ed il rumore sarà minore. Nelle reflex FF (full frame, rivolte ai professionisti) il rumore sarà minimo.

Anno di produzione. La tecnologia in questo senso, compie passi da gigante. Ogni anno escono fotocamere nuove, che spesso non sono altro che evoluzioni di un modello precedente. Ogni volta si hanno miglioramenti, e spesso la gestione del rumore è coinvolta in questo processo evolutivo.

ISO e la sua gestione

Infine spieghiamo concretamente come funzionano gli ISO. Per farlo, mi appoggio ad un esempio concreto.

Tintarella estiva. Ci sono tre ragazze al mare, che prendono il sole. Una ha una pelle tipicamente nord africana, una italiana e la terza ha una pelle nordica. Presentano tre tipi di pelle molto diversi, e pertanto, diversamente sensibili al sole: in un'ora, mentre la prima ragazza sarà poco abbronzata, la terza si sarà scottata.
In fotografia funziona allo stesso modo. La ragazza africana potrebbe essere ISO 100, quella nordica ISO 1600.
La chiave di tutto è sempre la quantità di luce. Ad ogni raddoppio di sensibilità, la quantità di luce necessaria per impressionare il sensore si dimezza.
Ritornando all'esempio, supponiamo che alla ragazza africana (ISO 100) serva, per abbronzarsi, un'ora.
Invece alla ragazza nordica, ISO 1600, per abbronzarsi con la stessa intensità, basta molto meno. Calcolare il tempo di esposizione corretto è molto semplice.

ISO 100 -- raddoppio -- 200 -- raddoppio -- 400 -- raddoppio 800 -- raddoppio -- 1600

Abbiamo fatto quattro raddoppi (in fotografia si chiamano stop), pertanto possiamo dire che ISO 1600 è quattro volte più sensibile rispetto ISO 100.
Trovare il tempo di abbronzatura per la ragazza nordica ora è semplice, poichè il tempo iniziale (un'ora) va dimezzato quattro volte.

1 ora -- dimezzo -- mezz'ora -- dimezzo -- 15 minuti -- dimezzo -- 8 minuti e mezzo -- dimezzo -- 4 minuti e 15 secondi.

In fotografia (è giusto imparare a parlare con i termini corretti), ho diminuito di quattro stop il tempo di esposizione, affinché la foto risultasse correttamente esposta.

Più avanti parleremo di esposimetro, uno strumento utilissimo per esporre correttamente una fotografia, presente in ogni macchina fotografica moderna (anche nelle compatte!)

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